La mostra, a cura di Giandomenico Romanelli, Jean Habert e Maria del Mar Borobia Guerrero, ricostrisce la singolare vicenda del concorso tra artisti che la Serenissima bandì nel 1582 per la realizzazione della più grande tela del mondo, il Paradiso del Maggior Consiglio. Grazie alla collaborazione delle Istituzioni che oggi li conservano – tra cui il Louvre e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, coorganizzatori dell’esposizione – è stato possibile riunire di nuovo, dopo oltre quattro secoli, alcuni dei dipinti presentati alla gara da pittori del calibro di Paolo Veronese, Francesco Bassano, Jacopo Palma il Giovane e naturalmente dal vincitore, Tintoretto, presente con varie interpretazioni del tema. La mostra consente di verificare come la personalità di ogni artista abbia saputo offrire approcci ed esiti assai diversi a un tema rigidamente definito dalla committenza e di esplorare quindi le sensibilità, le preferenze compositive, i riferimenti politici, dottrinali ed estetici di ciascuno; esposti proprio nella Sala del Maggior Consiglio, i dipinti possono essere per la prima volta in quest’occasione confrontati con il risultato finale. Sarà infine possibile – grazie a una postazione informatica – esprimere, come in un gioco, il proprio parere su quale avrebbe dovuto essere il vincitore.
La mostra è organizzata dai Musei Civici Veneziani e prodotta in collaborazione con Venezia Musei.
Chi entra nell’immensa e sontuosa Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale, cuore del potere dell’antica Repubblica di Venezia, nota subito, addossata al muro orientale, un’ampia piattaforma lignea, su cui poggiano degli stalli. Qui prendevano posto il doge, che sedeva sul banco centrale sormontato da un frontone triangolare, e i suoi consiglieri. Al di sopra di questa tribuna era, almeno fino oltre la metà del secolo XVI, un immenso affresco che occupava tutta la parete, raffigurante l’Incoronazione della Vergine davanti alle gerarchie celesti, comunemente noto come il Paradiso, eseguito verso il 1365 dal più famoso artista dell’epoca in questa zona, il padovano Guariento (attivo tra il 1338 e il 1367). Danneggiato dal tempo e quasi completamente distrutto da un grave incendio scoppiato in quest’area del palazzo nel 1577, l‘affresco venne coperto dalla grande tela di Tintoretto che, realizzata tra il 1588 e il 1592, tuttora sovrasta e inquadra la tribuna e, anch’essa, rappresenta il Paradiso.
Perchè un soggetto sacro per la decorazione più importante della sala che ospita la principale magistratura del governo laico della Repubblica? E come giunge la Serenissima, confermando la scelta di questo soggetto oltre duecento anni dopo la prima decorazione, ad affidare l’incarico a Tintoretto? A queste domande la mostra cerca di rispondere, da un lato iniziando il suo percorso dalla sala, contigua a quella del Maggior Consiglio, in cui sono esposti i resti recuperati dell’antico affresco del Guariento, dall’altro ricostruendo la singolare vicenda del concorso tra artisti che la Serenissima bandì nel 1582 per la realizzazione della più grande tela del mondo, il Paradiso del Maggior Consiglio.
Ludewijk Toeput detto il Pozzoserrato (Anversa, 1550 – Treviso, 1603)
Incendio a Palazzo Ducale, 1577 circa
Olio su tela
Treviso, Museo Civico “L. Bailo”
Guariento di Arpo (Padova, attivo tra il 1338 e il 1367)
Paradiso, 1365 circa
Affresco staccato
Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Guariento
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia, 1544/1628)
Modello per il Paradiso, 1582 circa
Olio su tela, 125×410 cm
Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Paolo Caliari detto Veronese (Verona,1528 – Venezia,1588)
Il Paradiso, 1578/1582 circa
Olio e tempera (?) su tela, 87x 234 cm
Lille, Palais des Beaux-Arts
Francesco da Ponte detto Francesco Bassano (Bassano, 1549 – Venezia, 1592)
Il Paradiso, 1582 circa
Olio su tela, San Pietroburgo, Ermitage
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594)
Il Paradiso, 1564 (ritoccato nel 1582)
Olio su tela, 1,43 x 3,62 cm
Parigi, Musée du Louvre
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594)
Il Paradiso, 1588 circa
Olio su tela. 164 x 492 cm
Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
Domenico Robusti detto Tintoretto (Venezia, 1560 – 1635) e bottega
Paradiso, dopo il 1592
Olio su tela, 150 x 450 cm
Venezia, Cassa di Risparmio
Jacopo Robusti detto Tintoretto (Venezia 1518-1594)
Copia del modello per il Paradiso presentato al concorso del 1582
Venezia, Palazzo Ducale
Collezione Ospedale dei Derelitti
Jacopo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518- 594) e Domenico Robusti detto Tintoretto (Venezia, 1560-1635)
Il Paradiso (1588-1594)
Olio su tela
Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio
Catalogo IL ‘PARADISO’ DI TINTORETTO. Un concorso per Palazzo Ducale.
5 Continents, Editions, Milano 2006. A cura di Jean Habert con la collaborazione di Lucia Marabini. Testi di Sylvie Béguin, Jean Habert, Catherine Loisel, Stefania Mason e Gianfranco Ravasi.