A Palazzo Ducale, il luogo simbolo della città, la Madonna in adorazione del Bambino, con San Giovannino di Vittore Carpaccio, sarà esposta nell’ala rinascimentale, e precisamente nella residenza del Doge, situata nell’area compresa tra il rio della Canonica, l’attuale Scala d’Oro e l’abside della Basilica di San Marco, che era la cappella ducale. Dopo un disastroso incendio nel 1483, quest’ala subì un radicale intervento di restauro che si concluse – per quanto riguarda le stanze dogali – entro il 1510. La sala prescelta per esporre l’opera del Carpaccio è quella detta degli Scarlatti.
Nel 2001, su indicazione dello storico dell’arte e grande amico dei Musei Civici di Venezia W.R. Rearick, Save Venice ha reperito le risorse economiche per provvedere al restauro del dipinto. La tavola in pioppo, presente nelle collezioni del Museo Correr dal 1840, era stata ridotta di spessore in epoca imprecisata per spianarne la curvatura naturale e sul retro era stata applicata una parchettatura in legno d’abete. Il dipinto, con tutta probabilità, va identificato con quello proveniente dal Monastero di San Giacomo alla Giudecca, soppresso in epoca napoleonica, dove risultava attribuito a Vittore Carpaccio.
L’opera giunta al Museo Correr già in precarie condizioni, subì ulteriori traumi con l’apertura di alcuni tasselli di pulitura, nel 1956-57, sulla base dei quali venne ritenuta un falso e relegata definitivamente nei depositi. Si riteneva inoltre che una composizione molto simile, di indubbia autografia carpaccesca,conservata a Francoforte, allo Städelsches Kunstinstitut, fosse quasi certamente il dipinto ricordato dalle fonti nel monastero veneziano. L’analisi dell’attività di Vittore Carpaccio per la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, quando l’artista, nel corso degli anni ottanta del Quattrocento, collaborava ancora con Giovanni Bellini, ha indotto W.R. Rearick a riprendere in esame il dipinto, riaffermandone la paternità di Carpaccio.
L’immagine della Vergine ripropone, infatti, quella dell’Annunciazione delle portelle dell’organo della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, eseguite dall’artista intorno al 1489-90. Per la figura della Vergine delle portelle Carpaccio si ispira ancora fedelmente a modelli belliniani, nel caso specifico alla Madonna della Presentazione al Tempio della National Gallery di Londra, di cui ripropone anche la voluminosa copertura del capo.
Al dipinto di Francoforte, databile tra il 1493 e il 1495, va, invece, collegato un disegno, oggi al Courtauld Institut di Londra, che appare come una rielaborazione del dipinto del Correr in vista di un’ulteriore replica, quella di Francoforte appunto, più evoluta e tipicamente carpaccesca.