Le sculture di Antonio Rizzo a Palazzo Ducale
restaurate con il sostegno di Venetian Heritage
Dal 25 ottobre 2019 sono eccezionalmente esposte a Palazzo Ducale nella Sala dello Scrutinio le statue quattrocentesche di Antonio Rizzo dopo il restauro, eseguito con tecniche di avanguardia con la supervisione di un apposito Comitato scientifico e con il sostegno di Venetian Heritage.
Con la riapertura di Palazzo Ducale del 13 giugno 2020 tornano finalmente visibili a tutti i visitatori.
Nelle nicchie nel cortile di Palazzo Ducale che le hanno ospitate per secoli oggi ci sono le copie in bronzo. Gli originali, le tre sculture marmoree a piena altezza dei progenitori Adamo ed Eva e del Guerriero (Marte), formidabili campioni dell’arte rinascimentale veneziana, nacquero e trovarono posto nella facciata dell’Arco Foscari nella seconda metà del Quattrocento.
Nato presumibilmente a Verona, Rizzo arriva a Venezia prima del 1465, dove visse sempre nella Parrocchia di San Giovanni Nuovo. A Palazzo Ducale, nel 1469 diventa capo scultore dell’Arco Foscari e nel 1485 viene nominato protomaestro. Tra questi due eventi Antonio Rizzo è anche autore della tomba del doge Niccolò Tron in Santa Maria Gloriosa dei Frari, è confratello della Scuola Grande di San Marco che gli commissiona la scalinata e il pulpito, riceve dal doge Moro l’incarico di realizzare tre altari nella Basilica di San Marco, solo per citare alcune importanti imprese veneziane, e partecipa personalmente alla difesa di Scutari assediata dai Turchi, costruendo mura difensive e palle di cannone. Rientrato a Venezia si dedica alla ricostruzione dell’ala destra di Palazzo Ducale, distrutta da un incendio. Nel 1948 Rizzo fugge dalla città lagunare dopo aver venduto tutti i suoi beni, dato che proprio controllando i conti della ricostruzione del Ducale due senatori si accorgono della sparizione di una somma ingente, di cui Rizzo viene accusato. Della sua fine non abbiamo notizie.
ADAMO, EVA E IL GUERRIERO (MARTE)
Le tre statue sono state all’aperto, nelle nicchie dell’Arco Foscari, per secoli. La prima testimonianza archivistica su di loro è del 1709, quando in Senato si denuncia il degrado delle facciate di Palazzo Ducale e in particolare del cortile, dove in occasione di importanti eventi si costruivano palchi provvisori, con gli spettatori che facilmente si arrampicavano sulle statue dell’Arco Foscari, che non di rado finivano con “teste, brazzi e mani” spezzati. Nel 1823 i documenti registrano un intervento di rimozione di nidi di rondini durante il quale una scala viene appoggiata alla statua di Eva e le spezza un braccio. Già nel 1725 sono oggetto di pulitura, rifacimento di pezzi mancanti e stuccature, da parte dello scultore Antonio Corradini. Un altro restauro viene fatto nel 1845 a opera di Pietro Lorandini.
Le statue di Adamo, Eva e il Guerriero (Marte) vennero rimosse la prima volta, tutte insieme, nel 1917. Dal 1915 l’Italia è in guerra e le statue sono coperte di sacchi di sabbia, come la Scala dei Giganti, ma dopo Caporetto le opere d’arte più importanti di Venezia vengono in fretta portate via dalla città. Le tre statue, trasferite a Pisa, tornano in laguna due anni dopo, nel 1919, e vengono riposizionate nella loro collocazione originaria.
La prima a essere riprodotta in bronzo è stata Eva. Nel 1920 la copia prende il posto dell’originale, che viene trasferito all’interno del Palazzo. Le sculture di Adamo e il Guerriero (Marte) vengono sostituite invece dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1953 e il 1955. Negli anni seguenti il gruppo è esposto in diverse sale del Palazzo e intorno agli anni Ottanta trova collocazione nel Liagò.
Dal 2015 al 2019 le tre statue di Antonio Rizzo sono state oggetto di restauro nel Liagò di Palazzo Ducale, trasformato per l’occasione in un laboratorio temporaneo visibile al pubblico. Dopo le analisi preliminari al CNR di Milano e radiografie e analisi specifiche ad alto contenuto tecnologico nei laboratori dell’Università di Padova si è deciso di procedere con tecniche innovative al laser per la rimozione della patina grigia e nera accumulata nei secoli. I lavori di restauro sono stati eseguiti da Jonathan Hoyte, sotto la direzione tecnica di un comitato scientifico composto da Fondazione Musei Civici di Venezia, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Scuola Normale di Pisa. Il restauro è stato finanziato da Venetian Heritage grazie al sostegno dell’architetto Peter Marino, Chairman di Venetian Heritage Inc., New York.