L’itinerario inizia dalle stanze del Notaio Ducale e del Deputato alla Segreta del Consiglio dei Dieci, comunicanti tra loro, cui si accede dall’Atrio Quadrato. Il Notaio assolveva funzioni di segretario di varie magistrature della Repubblica, mentre il Deputato alla Segreta curava un archivio riservato e separato dagli altri; di là si sale nell’Ufficio del Cancellier Grande, capo di quello che oggi chiameremmo Archivio Generale. Per la delicatezza delle sue mansioni, era l’unico Magistrato della Repubblica che veniva eletto direttamente dal Maggior Consiglio. Da questa stanza, una scala conduce alla vasta e bellissima Sala della Cancelleria Segreta, le cui pareti sono completamente rivestite da armadi che conservavano gli atti pubblici e le scritture segrete di gran parte delle magistrature veneziane. Le ante superiori, a specchi, sono decorate dagli stemmi e dai nomi dei cancellieri succedutisi a partire dal 1268. Traversando la saletta del Reggente alla Cancelleria, si passa alla Stanza della Tortura. Questo luogo inquietante, chiamato anche Camera del Tormento, era collegato direttamente alle prigioni. Gli interrogatori avvenivano in presenza dei magistrati giudicanti; lo strumento più adottato era la corda, alla quale l’accusato veniva appeso. La tortura, pur praticata anche a Venezia, non ha qui caratteristiche di particolare efferatezza e viene progressivamente abbandonata, a partire dal Seicento, fino a venir praticamente abolita nel secolo successivo. Dalla sala della tortura si passa alla zona dei Piombi. Il nome deriva dalla copertura a lastre di piombo del tetto. Erano qui sistemate alcune celle detentive, riservate ai prigionieri del Consiglio dei Dieci, accusati di misfatti prevalentemente politici, o comunque per pene non lunghe o reati non gravi o per detenuti in attesa di giudizio. Le celle erano sei o sette, ricavate suddividendo lo spazio del sottotetto con tramezze di legno, fittamente inchiodate e irrobustite da grosse lamine di ferro. Descritti da Giacomo Casanova che vi fu detenuto, i Piombi offrivano ai prigionieri condizioni di gran lunga migliori di quelle dei condannati ai Pozzi, terribili celle al piano terra di palazzo Ducale. E le due celle di Giacomo, ricostruite, fanno parte del percorso di visita. Dalla zona dei Piombi si passa a visitare il vasto sottotetto, alto e suggestivo, situato in corrispondenza del Ponte della Paglia, nell’angolo tra il Bacino San Marco e il Rio di Palazzo, ove anticamente era stata eretta una delle torri angolari del primitivo castello del doge. Negli armadi sono numerose armi per lo più cinquecentesche. Dal sottotetto, scendendo lungo due rampe di scale si accede alla Sala degli Inquisitori. Temutissima magistratura istituita nel 1539 per tutelare la riservatezza dell’operato statale (la sua dizione esatta è “Inquisitori alla propagazione dei segreti dello Stato”), era costituita da tre membri, due scelti all’interno del Consiglio dei Dieci e uno tra i consiglieri Ducali. Dovevano garantire obiettività, competenza ed efficienza nel loro operare, oltre alla segretezza assoluta sulle loro attività e sui fatti di cui venivano a conoscenza. Dotati di ampia discrezionalità, potevano venire a conoscenza delle informazioni con qualunque mezzo, incluse delazione e tortura. Il soffitto della sala è decorato con opere di Tintoretto eseguite tra il 1566 e il 1567. Di qua si passa alla Sala dei Tre Capi. Erano magistrati scelti ogni mese tra i dieci membri del Consiglio dei Dieci; ad essi spettava la preparazione dei processi e l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio, da effettuare nel più breve tempo possibile, secondo una scala di priorità che era loro compito stabilire. La decorazione del soffitto, eseguita tra il 1553 e il 1554, è dovuta a Giambattista Zelotti (per l’ottagono centrale, con la Vittoria della virtù sul Vizio), a Veronese e a Giambattista Ponchino per i comparti laterali. Dalla Sala dei Tre Capi si può accedere, attraverso un passaggio segreto ricavato in un’armadiatura di legno, alla Sala del Consiglio dei Dieci, rientrando nel normale percorso di visita del Palazzo.
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Gli ITINERARI SEGRETIsi snodano lungo alcune delle stanze in cui, nei secoli della Serenissima, si svolgevano attività delicate e importanti legate all’amministrazione dello Stato e all’esercizio del potere: offrono un suggestivo e interessante spunto di riflessione sulla storia civile e politica della città, della sua organizzazione, delle sue strutture di giustizia. È possibile effettuare la visita solo su prenotazione e con accompagnatore specializzato, che ne illustra le caratteristiche. Si svolgono per un minimo di 2 persone, massimo 25 e vengono proposti ogni mattina a partenza fissa: In italiano ore 9.30 e 11.10; in inglese ore 9.55, 10.45 e 11.35; in francese ore 10.20 e 12.00. Dopo le ore 13 possono svolgersi su richiesta a orari diversi (entro l’orario di chiusura del Palazzo), con un sovrapprezzo di 31 euro per gruppo (servizio sospeso dal 1 luglio al 31 agosto).
Il percorso dura circa un’ora e un quarto. A conclusione della visita agli Itinerari Segreti è possibile proseguire nel normale percorso del Palazzo Ducale (senza accompagnatore).
Accessibilità: per disabili motori gli Itinerari Segreti risultano non agibili.
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TARIFFE
Intero: 20,00 euro
Ridotto: 14,00 euro
Ragazzi da 6 a 14 anni; studenti* da 15 a 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini over 65 anni; residenti e i nati nel Comune di Venezia; titolari di Carta Rolling Venice; possessori Venice Card Transport & Culture; acquirenti dei biglietti per I Musei di Piazza San Marco, Museum Pass; possessori del biglietto della Torre dell’Orologio; per famiglie composte da due adulti e almeno un ragazzo (DA 6 a 18 anni): 1 biglietto intero e gli altri ridotti; membri I.C.O.M.*; Soci F.A.I.*; personale* del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
*è richiesto un documento
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PRENOTAZIONI
Call center 848082000 oppure SOLO per chi chiama dall’estero +39 041 42730892.
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì con orario dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14.00 alle 18.00; il sabato dalle 9.00 alle 14.00; chiuso nelle giornate festive.
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