Jacopo Robusti detto Tintoretto (Venezia, 1518-1594)
Copia del modello per il Paradiso presentato al concorso del 1582
Venezia, Palazzo Ducale
in comodato dall’I.R.E. (Istituzioni di Ricovero e di Educazione) Collezione Ospedale dei Derelitti
Olio su tela, 154 x 350 cm
Il dipinto è una copia fedele del modello presentato da Tintoretto al concorso del 1582 e oggi al Louvre, rispetto al quale ha l’ unica variante di un globo, in basso al centro della composizione in corrispondenza della tribuna. Originariamente apparteneva a Leonardo Ottoboni che, nel 1578, occupava la carica di Cancellier grande della Repubblica a Palazzo Ducale. Potrebbe trattarsi di un ‘ricordo’ realizzato dalla bottega del maestro per Ottoboni,, che desiderava possedere una riproduzione del modello al quale Tintoretto stesso sembra fosse particolarmente legato. Il dipinto passò nel 1630 nelle mani di Leonardo Formenti, marito di Laura, figlia di Leonardo Ottoboni. Costui fu segretario del Consiglio dei dieci e governatore all’Ospedale dei Derelitti, carica ricoperta anche dal nipote Giovanni Formenti che, morendo nel 1750, lasciò all’istituto questo ed altri dipinti. L’I.R.E. (Istituzioni di Ricovero e di Educazione), cui oggi appartiene, l’ha quindi concesso in comodato a Palazzo Ducale ove, dopo questa mostra, sarà esposto in sala del Guariento.
Domenico Robusti detto Domenico Tintoretto (Venezia, 1560-1635) e bottega
Paradiso, dopo il 1592
Olio su tela, 150 x 450 cm
Venezia, Cassa di Risparmio
La grande tela di Palazzo Ducale ebbe come si è detto un successo strepitoso, ne è testimonianza questo dipinto proveniente dalla collezione Mocenigo e acquistato dalla Cassa di Risparmio di Venezia nel 1966, molto più simile all’opera definitiva rispetto ai modelli di Jacopo conservati al Louvre e al Museo Thyssen-Bornemisza. È caratterizzato da un globo terrestre,simbolo della sovranità sul mondo, in corrispondenza della tribuna della Signoria e da un ritratto, in basso a destra, raffigurante un busto d’uomo barbuto, probabilmente il committente. Non vi è certezza sulla funzione di quest’opera e di un’altra analoga, di dimensioni un po’ più grandi, conservata a Madrid al museo del Prado:probabilmente entrambe sono riproduzioni con varianti dell’immensa tela di Palazzo Ducale, assai celebre e ammirata.