Isole è una grande opera unitaria che si snoda in un percorso attraverso otto musei di Venezia, per ciascuno dei quali Maurizio Pellegrin ha concepito e realizzato uno specifico lavoro: installazioni, film, sculture, fotografie, che – pur fortemente e singolarmente caratterizzate – di quest’opera costituiscono le sezioni, assieme agli spazi che le ospitano e che di esse fanno parte integrante.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Musei Civici di Venezia, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, Biblioteca Nazionale Marciana, Museo Storico Navale; è curato da Alice Rubbini con la partecipazione di Michela Rizzo.
Isole parla dell’artista e insieme dei luoghi e degli spazi che ha scelto per ospitare i suoi lavori. Entrambi dicono di Venezia, della continuità tra passato e presente, della sua vitalità nascosta, con distacco dagli stereotipi e dalla volgarità dilagante. Un’opera ambiziosa, che ha richiesto un lungo tempo di gestazione ed esecuzione. Un’opera elegante come è Venezia: una Venezia non solo contenitore di eventi e opere provenienti dall’esterno, ma laboratorio e destinatario di ciò che crea, in un equilibrio che prevede armonia anche nelle dissonanze. Un’opera che tocca con le sue sezioni lo spirito e il corpo, le condizioni dell’animo e della mente. Una visione autobiografica dell’artista in relazione a differenti stati della materia e dello spirito. La pratica di lavori specifici per gli spazi che li contengono fa parte fin dal 1990 della poetica di Maurizio Pellegrin.
L’opera intitolata Impermanenza e Trasmigrazione ed esposta nella Sala dei Cuoi e Sala della Quarantia Criminal di Palazzo Ducale, si divide in due sezioni: un film e una installazione. It was an Impossibile Love è il titolo del film in bianco e nero, di tre minuti e mezzo, proiettato direttamente sul bellissimo armadio della Sala dei Cuoi. L’installazione è strutturata sul pavimento della attigua Sala della Quarantia. E’ la storia di un amore tra un uomo cinese, l’artista stesso, e una donna giapponese. Entrambi sono morti. L’uomo è in via di reincarnazione, la donna è ancora in uno stato di impermanenza. Entrambi sono in uno stesso spazio ma in tempi diversi, e il loro congiungersi diventa impossibile. Il film mostra l’uomo in abiti cinesi quasi fermo in un set anonimo con giornali cinesi. Talvolta l’uomo abbandona la sua fissità e si lascia andare in sottili gesti ossessivi, patetici, ironici, ripetitivi. Il sonoro consiste in una poesia sull’impossibilità di questo amore, in lingua cinese (mandarino). L’installazione consiste di una grande tela bianca di cotone grezzo e imbottita disposta sul pavimento. Al di sopra una serie di oggetti d’epoca cinese e giapponese, un dipinto a tempera di una coppia cinese del XIX secolo, fasce ricamate per i capelli di bimbi cinesi del secolo scorso, libri ed altri oggetti. Elementi simbolici della presenza dei due amanti. L’opera sottende un avvenimento sottolineando l’idea di tempo e spazio, sulla loro esistenza e valenza. Spazio fisico e spazio interiore, spazio del corpo e dello spirito, della coscienza e della memoria. Tempo della materia e dell’essere, della mente e della memoria, tempo reale e virtuale. L’opera è sottesa al numero sei, numero dell’amore.
Oltre a questa sezione allestita in Palazzo Ducale, il progetto prevede altre installazioni nei musei sottoelencati:
Museo Correr, Pinacoteca: Lo spazio terzo (installazione di dipinti d’epoca in vario modo trattati mediante apposizione di fili o tessuti)
Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana: Tracce dell’Essere e Trasformazione, tra decadimento e nuovo stato (installazioni con oggetti e sculture)
Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano: Memoria e Permanenza (installazione con fotografie)
Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna: Transito e Scorrimento (composizione frammentaria di oggetti ed altri elementi)
Museo d’Arte Orientale: Moltiplicazione dell’essere (installazione)
Museo di Palazzo Mocenigo: Quotidianità tra culto, simbolismo e rappresentazione (installazione)
Museo Storico Navale: Ossessioni dell’essere (installazione e film)