HENRI ROUSSEAU
Il candore arcaico
6 marzo – 6 settembre 2015
Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
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Prorogata fino al 6 settembre 2015
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LE JARDIN DES PLANTES
Sezione 4
Le opere più celebri di Rousseau sono quelle che rappresentano la natura selvaggia di foreste esotiche e primordiali popolate da fiere, frutto dell’immaginazione dell’artista che in realtà non è mai uscito dalla Francia.
Questi mondi lontani mai visti prendono spunto dalle frequentazioni del Jardin des Plantes di Parigi o dalle immagini di pubblicazioni divulgative (come l’Album des bêtes sauvages esposto nell’ultima sala) trasfigurandole in rappresentazioni fantastiche, in cui trovano forma sogni o mondi primordiali.
Tra esse, L’Incantatrice di serpenti, commissionata al Doganiere dalla madre di un altro pittore, suo amico ed estimatore, Robert Delaunay, è una sorta di rappresentazione rovesciata del serpente che tenta Eva. Qui è la donna nera dagli occhi di pantera che incanta il serpente e lo domina con la magia della musica, in un’atmosfera rarefatta, in controluce, ove anche la natura lussureggiante e minuziosamente descritta sembra coinvolta e come sospese nell’incantesimo. Quest’opera sarà particolarmente apprezzata dai pittori surrealisti, di cui preannuncia le atmosfere fantastiche.
Anche negli enigmatici Allegri commedianti – con scimmie, bottiglia di latte, un grande fiammifero in primo piano e uccelli difficilmente identificabili – le incongruenze e l’atmosfera onirica precorrono il surrealismo. Più movimentato il soggetto delle opere che rappresentano belve all’attacco, come in La giungla: combattimento tra tigre e bufalo o Cavallo assalito da un giaguaro in cui convivono suggestioni contemporanee e antiche. Due opere qui esposte risalgono agli ultimi mesi di vita dell’artista, nel 1910.
In Foresta tropicale con scimmie i riferimenti alla letteratura popolare si fanno evidenti nel serpente quasi nascosto dietro i variopinti arbusti rosseggianti, e nei giochi umani delle scimmie che occhieggiano tra il fogliame; La cascata, forse rimasta incompleta alla morte del pittore, racconta di un idillio tra un cervo e un’antilope circondati da una folta vegetazione equatoriale.
Sezione 5
La sala è dedicata ad assonanze esplicite o ad accostamenti possibili tra opere di Rousseau e quelle di altri artisti.
Ecco allora che l’accentuata poesia del Parco di Bellevue del Doganiere viene accostata all’atmosfera di idillio tra uomo e natura descritta dall’americano Edward Hicks, in cui una straordinaria varietà di animali, alcuni dei quali con espressioni quasi antropomorfe, accompagna la narrazione di un evento storico di pacificazione tra bianchi e pellerossa, in un’atmosfera rarefatta e armoniosa.
Un omaggio esplicito al Doganiere è quello del romeno Victor Brauner, vicino negli anni Trenta al gruppo surrealista parigino, in cui l’incantatrice non cattura più la natura selvaggia, ma si rivolge a una figura d’invenzione, a tratti inquietante, mentre il maestro surrealista Max Ernst ci trasporta in una Foresta ricca di poesia e immaginazione fantastica.
Ma le giungle rousseauiane costituiscono un patrimonio iconografico importantissimo per tutti gli anni Venti e per le diverse declinazioni del realismo che si diffondono in Europa e in Italia nel periodo tra le due guerre. Di primitivismo si parla a proposito di Tullio Garbari, che nella Creazione di Eva esprime l’equilibrio tra la raffigurazione umana e l’articolata ambientazione di evidente matrice rousseauiana. Anche Carlo Carrà attraversa una fase pittorica vicina al primitivismo, tuttavia è con le opere dei primi anni Venti, come il capolavoro Pino sul mare, che inaugura una grande stagione di realismo classico, dalle atmosfere calde ma sospese e dai paesaggi rarefatti e silenziosi.
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AVVISO
Avvisiamo i visitatori della mostra che l’ opera “Tigre e Leone” (1850) di E. Delacroix della Galleria Nazionale di Praga, in attesa delle necessarie autorizzazioni, risulta temporaneamente mancate.
Ci scusiamo con i visitatori per il disagio.
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