Palazzo Ducale

Palazzo Ducale

HENRI ROUSSEAU. Il Candore Arcaico

Sezione 3

HENRI ROUSSEAU
Il candore arcaico

6 marzo – 6 settembre 2015
Venezia, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge

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Prorogata fino al 6 settembre 2015

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LA CAVALCATA DELLA DISCORDIA

Il dipinto è presentato al Salon des Indépendants del 1894, con questo commento dell’autore: Passa terribile, lasciando dappertutto disperazione, lacrime e rovina”. Si riferisce, forse, alle conseguenza della guerra franco-prussiana di cui è stato testimone vent’anni prima, ma soprattutto vuole condannare ogni conflitto, attraverso questa potente, visionaria allegoria.

La guerra è una donna armata di spada e di una torcia fumante, che ricorda la falce, simbolo di morte. Non sta cavalcando il suo cavallo nero dispiegato al galoppo, ma piuttosto sorvola a suo fianco una scena di corpi scomposti, alcuni già dilaniati da corvi, in un paesaggio desolato; sullo sfondo nubi infuocate, in un’atmosfera sospesa, apocalittica.

Le altre opere qui esposte da un lato rimandano alle fonti iconografiche del dipinto di Rousseau, dall’altro propongono un confronto con lavori coevi e legati allo stesso tema.

La figura della donna, che personifica la Guerra o la Morte, rimanda a numerosi esempi di pittura antica, sviluppati intorno al tema del Trionfo della Morte, o della Danza macabra, di cui è un interessante esempio la tavola del pittore toscano detto lo Scheggia, fratello del più celebre Masaccio, la cui resa cromatica, preziosa e vivace, si mescola ad un trattamento di primitiva stilizzazione lontana da un misurato equilibrio classico.

Il senso generale di devastazione e disperazione che emerge nell’opera di Rousseau lo avvicina all’opera I disastri della guerra, capolavoro grafico di Francisco Goya. La serie di incisioni era stata realizzata dall’artista spagnolo come denuncia delle atrocità e delle violenze brutali compiute dalle truppe napoleoniche che avevano invaso la Spagna nel 1808.

Queste incisioni, accompagnate sempre da una significativa didascalia, mostrano con grande intensità e crudo espressionismo gli orrori e il martirio del popolo spagnolo, temi che Goya tratta anche in altre opere assai celebri come Il 3 maggio 1808, grande tela dipinta nel 1814 e oggi conservata al Museo del Prado di Madrid.

Tre le opere coeve a quella di Rousseau: i moderni Trionfi della morte del belga James Ensor riprendono un soggetto classico con intensità emotiva espressionista, mentre La Guerra di Gaston La Touche, allievo di Manet e vicino al gruppo impressionista, è caratterizzata da un marcato dinamismo e da suggestivi tagli prospettici. Il Doganiere invece ambienta la propria scena senza tumulto né impeto, in una sorta di lucida calma, irreale e gelida.

Accolto con sarcasmo  il dipinto è considerato dalla critica moderna uno dei più importanti dell’artista.

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