Venezia, Palazzo Ducale
Sala del Magistrato alle Leggi
Dal 27 marzo al 21 luglio 2024
La rassegna “Ospiti a Palazzo” prosegue nel 2024 con la presentazione al pubblico di dipinti volti a esaltare il ruolo di Venezia e dei suoi protagonisti nella storia e nella cultura europea.
Dal 27 marzo, potrà essere ammirata nella Sala del Magistrato alle Leggi di Palazzo Ducale Il Molo verso la riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco, opera di Antonio Canal detto Canaletto (Venezia, 1697-1768), proveniente dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
Alla maturità di Canaletto spetta il dipinto Il Molo verso la riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco (1735-1740), in cui la coerenza prospettica dell’impianto spaziale, la resa precisa delle architetture e la qualità della luce cristallina, che evoca in lontananza il pulviscolo atmosferico, riassumono al meglio gli esiti delle sua produzione. Ogni elemento della narrazione è subordinato alla resa dello spazio, alla vastità della visione, alla celebrazione di Venezia, come città che sorge dalle acque e perciò atta a suscitare stupore e meraviglia.
Il dipinto presenta uno dei temi più fortunati della produzione di Canaletto, un souvenir di lusso per i giovani aristocratici, specialmente inglesi, che giungevano a Venezia durante il loro Grand Tour. Parte di una coppia raffigurante le vedute opposte del Bacino di san Marco, la tela fu acquistata da Thomas Osborne (1713-1789), quarto duca di Leeds. La luce cristallina che caratterizza la scena sembra risentire delle nuove teorie introdotte a Venezia da Francesco Algarotti, un amico di Joseph Smith, che nel 1737 pubblicò Il Newtonianismo per le Dame, ovvero dialoghi sopra la luce e i colori, dove vengono divulgate le teorie sulla luce del grande fisico inglese.
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Antonio Canal detto Canaletto (Venezia, 1697-1768) proviene da una famiglia di artisti. Il padre e il fratello erano pittori di scenografie, con loro Antonio collaborò agli allestimenti scenici nei teatri veneziani; ciò gli consentì di studiare la prospettiva e i suoi ‘trucchi’ ottici, fondamentali per la successiva carriera. Nel 1719 decise di abbandonare il teatro per dedicarsi alla pittura di vedute.
L’esordio fu dirompente. Rispetto ai suoi predecessori, il salto qualitativo venne subito avvertito dai contemporanei e il successo strepitoso delle sue vedute gli procurò importanti commissioni.
È da porsi agli inizi del 1730 l’avvio del sodalizio con il banchiere, mercante e collezionista di altissimo lignaggio Joseph Smith, dal 1744 console britannico a Venezia. Un sodalizio destinato a lanciare Canaletto definitivamente nel panorama artistico internazionale. Smith teneva esposte nel suo palazzo ai Santi Apostoli dodici vedute del Canal Grande eseguite dal pittore, vero e proprio campionario per gli ospiti e potenziali acquirenti che frequentavano la sua casa. A scopo prettamente promozionale, Antonio Visentini fu incaricato di inciderle.
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