OPERE ESPOSTE:
Vittore Carpaccio (1460/65-1525/26)
Il leone di San Marco (1516)
Olio e tempera su tela
La grande tela di Vittore Carpaccio raffigura l’iconografia tipica del leone alato, simbolo di San Marco e, per estensione, della Serenissima. Il leone è rappresentato in posa “andante”, con le zampe posteriori sulla laguna e quelle anteriori sulla terraferma: chiaro riferimento all’estensione dell’impero veneziano, diviso in «stato de terra, stato da mar». Sullo sfondo è raffigurata una veduta di Venezia. Sulla sinistra vi sono i luoghi simbolo del potere veneziano: la Basilica di San Marco, la facciata di Palazzo Ducale e la Torre dell’Orologio, appena costruita; sulla destra è raffigurata una veduta che dall’Arsenale arriva fino all’odierna Punta della Dogana. Nel bacino di San Marco, protetta dall’ala del Leone, naviga la flotta mercantile e militare veneziana.
L’opera di Carpaccio rappresenta dunque il trionfo della Repubblica di Venezia, che cammina a grandi passi sulla terraferma. La parola pax, scritta nel libro e riferita a San Marco («Pace a te, Marco, mio Evangelista»), acquisisce anche il valore di augurio di pace e prosperità rivolto alla Serenissima.
Il dipinto venne probabilmente realizzato per cinque magistrati del “Dazio del Vin”, i cui stemmi compaiono sul margine inferiore della tela. Dai loro uffici, il dipinto venne poi trasferito nel Palazzo dei Camerlenghi di Comun a Rialto e infine, dopo la caduta della Repubblica (1797), entrò a far parte delle collezioni di Palazzo Ducale.
* Vincenzo Catena (ca. 1470-1531)
Madonna con il Bambino in trono tra San Marco, San Giovanni Battista
e il doge Leonardo Loredan (1505-1507)
Olio su tavola
La pala venne commissionata dal doge Leonardo Loredan (1501-1521) che vediamo raffigurato in ginocchio, ai piedi del trono con la Vergine e il Bambino. Dietro di lui, vi è San Marco che lo presenta alla sacra famiglia e sulla destra San Giovanni Battista che osserva la scena.
L’opera, firmata, aderisce al modello dei dipinti devozionali dei dogi a Palazzo Ducale e dovette essere stata inizialmente collocata sull’altare della Chiesetta del Palazzo, quando questa occupava lo spazio corrispondente all’odierna Antichiesetta. Alla fine del Cinquecento, la pala venne spostata sopra la porta d’ingresso dell’attuale Chiesetta.
*Attualmente non esposto